frutta verdura ingr-carni slid-pesci fiori
uno strumento per valorizzare le produzioni agroalimentari 
a cura di Marco Sibani

Il consumatore medio ha una conoscenza limitata dei prodotti e del mercato ed e fortemente condizionato dai grandi mezzi di comunicazione. Passaporto EticoE la pubblicità è sostanzialmente prerogativa di grandi aziende e di marchi che fortemente impattano sull’opinione pubblica. Tuttavia il sistema agroalimentare e costituito per lo più del 95% da Piccole e Medie Imprese (PMI) e anzi, per lo più da Microimprese famigliari, con meno di 10 addetti e fatturati limitati. Queste aziende, che di norma si interfacciano con i mercati Agroalimentari all’Ingrosso, si confrontano con i mercatini, continuando spesso a basare la capacita di vendita sulla reputazione locale e sul contatto diretto col consumatore.


Alla crescente domanda di prodotti del Made in Italy il sistema agroalimentare italiano così strutturato non riesce adeguatamente a far fronte: per la polverizzazione del sistema produttivo, costituito per di più da microimprese in competizione tra loro, come detto, incapaci di azioni coordinate a sostegno dei prodotti, che viceversa necessitano di masse critiche per soddisfare la domanda; per non saper fornire le documentazioni di identità, qualità e sicurezza richieste dalle autorità sanitarie o comunque dai mercati ai quali potenzialmente potrebbero accedere; per ritenere i cibi, prevalentemente di natura tradizionale, apoditticamente sicuri e per accampare, senza documentarli ed enfatizzandoli, concetti di sicurezza, qualità, tipicità e legame col territorio che tuttavia non risultano nella maggior parte dei casi adeguatamente documentati perche si fa ricorso ad aspettative, icone o contenuti ideologici, oltre all’enfatizzazione della etichettatura relativa tuttavia a informazioni spesso inutili o francamente NON verificate. In tal modo la qualità percepita non corrisponde alla qualità reale, unica capace di orientare il consumatore verso una “scelta consapevole”. D’altronde qualità e sicurezza, in termini di comunicazione, vengono oggi percepite dagli stessi operatori come un mero costo che per altro viene trasferito sul consumatore. Viceversa, documentare le caratteristiche dei prodotti, in molti casi non potrebbe che comunicare al consumatore che: fanno parte di quella alimentazione sana costituita da prodotti ineccepibili dal punto di vista igienico-sanitario e che assicurano un apporto nutrizionale corretto; possono rientrare tra i prodotti afferenti alla Dieta Mediterranea, uno dei pilastri di riferimento del “mangiare italiano”, che numerosi studi scientifici hanno accertato come associata a una significativa riduzione di varie patologie; Per poter “mangiar sano” i consumatori devono tuttavia essere messi nelle condizioni di conoscere e poter scegliere i componenti della propria dieta in modo consapevole. Devono insomma poter accedere alle informazioni che permettano di conoscere la provenienza, la qualità, la composizione e il livello di sicurezza degli alimenti che consumano, e sempre più elementi che attestino i comportamenti etici delle aziende nei confronti ad esempio dell’ambiente o dei comportamenti sociali. Si tratta perciò di creare un sistema di relazione tra gli attori della catena alimentare (dalla produzione al consumo), basato sulla disponibilità delle informazioni, documentate, verificate, se del caso certificate da un ente terzo. Gli operatori del settore alimentare (OSA), ricordiamo che sono “responsabili giuridici” e devono pertanto non vantare concetti di qualità, sicurezza e legame col territorio che hanno scarso o nullo impatto sui mercati di area vasta, ma adeguatamente documentare e sostanziare i termini di qualità e sicurezza dei prodotti alimentari,meglio se poi si corredano i prodotti di quei valori che le aziende esprimono con comportamenti etici, che troppo spesso fanno parte della ordinaria e tradizionale conduzione ma non vengono compiutamente espressi nonostante rappresentino valori apprezzati a livello globale. Uniformarsi a questi principi costituisce di fatto uno strumento di comunicazione delle caratteristiche dei prodotti e la loro valorizzazione. Il sistema agroalimentare deve in definitiva da un lato di identificare, caratterizzare, tracciare, garantire le caratteristiche di sicurezza e di qualità delle produzioni alimentari, a partire da quelle tradizionali e, dall’altro, di documentare e rendere disponibili in modo accessibile e chiaro per il consumatore e gli altri portatori di interesse privati e pubblici, informazioni affidabili che permettano scelte consapevoli comprensive non solo delle caratteristiche del prodotto acquistato, ma dell’apprezzamento volto a riconoscere comportamenti etici da parte delle aziende quanto alla gestione delle imprese, , delle risorse energetiche, idriche e ambientali, del rispetto della tradizione, dei valori sociali e umani, delle aspirazioni più elevate del consumatore. Da questo contesto sono scaturite le motivazioni per la creazione di un documento, il passaporto etico, che accompagni i prodotti sui mercati comunicando caratteristiche e valori espressi dalla realtà produttiva. Cosa è in definitiva il passaporto etico? Il Passaporto Etico delle Produzioni Agroalimentari (PEPA) è un documento di accompagnamento ai prodotti che consente al consumatore di effettuare scelte veramente consapevoli, perche rende disponibili ai portatori di interessi pubblici e privati, sui mercati nazionali e soprattutto esteri, le caratteristiche di identità, qualità e sicurezza delle produzioni alimentari, a partire da quelle tradizionali, ma anche i valori di etica sociale ed ambientale espressi attraverso una serie di descrittori specifici. Il PEPA è un prodotto del Consorzio bresciano De Alimentaria Qualitate (DAQ). Il PEPA è Marchio registrato e tutelato nei 28 Paesi dell’Unione Europea (OHIM - Registro dei Marchi Comunitari, Certificato No 012530119) per 5 classi: 29,30,31,32 e 33 riferite agli alimenti di origine animale e vegetale, alle bevande, ai condimenti. Alla prossima per gli ulteriori approfondimenti…


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