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Antonello Fontanili, Direttore Uniontrasporti

Le Camere di commercio, da sempre, sono impegnate nella valorizzazione del territorio anche attraverso investimenti nelle infrastrutture e/o nella loro gestione. Negli anni le Camere di commercio hanno posto in essere molteplici azioni a livello locale dirette a promuovere, realizzare e gestire strutture ed infrastrutture di rilevante interesse economico per il territorio di propria pertinenza. In tal senso, di notevole importanza, è stato il contributo che le Camere hanno dato, nel tempo, e che continuano a dare, al settore dei mercati agroalimentari all’ingrosso.

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In base ai dati dell’Osservatorio sulle partecipazioni camerali, il sistema camerale detiene 25 partecipazioni in 22 società di gestione dei mercati all’ingrosso per un investimento complessivo di 72,7 milioni di euro. Oltre la metà del patrimonio partecipativo del settore si concentra nel Mezzogiorno e quasi un terzo nel Centro Italia.

In questo contesto di «ripresa e resilienza», le Camere di commercio possono svolgere un ruolo di stimolo e raccordo, fornendo ai governi centrali e locali un contributo per una migliore strategia per lo sviluppo infrastrutturale, anche nel settore dei mercati all’ingrosso.

Il sistema camerale può prendere parte a questo processo di rinnovamento del Paese andando a definire una serie di strategie di intervento, fornendo indicazioni di policy in grado di favorire la ripresa economica di ciascun territorio attraverso uno sviluppo infrastrutturale sempre più sostenibile, digitale e integrato.

In quest’ottica, a fine 2021, è stato costituito il tavolo camerale per il settore dei mercati agroalimentari, quale luogo di confronto tra amministratori del sistema camerale ed esperti del settore per arrivare a:

  • promuovere le migliori pratiche;
  • definire nuove strategie di intervento e di investimento;
  • elaborare proposte e indirizzi.

 

Lo strumento del tavolo di confronto è stato molto apprezzato dai diversi partecipanti in quanto ha permesso di riportare esperienze territoriali, evidenziare criticità del settore, porre questioni normative di interesse per tutti gli operatori.

I componenti camerali del tavolo hanno evidenziato una serie di criticità:

  • perdita della “centralità” del Mercato e del riconoscimento di pubblica utilità di questo luogo, attore della filiera agroalimentare;
  • eccessiva frammentazione del settore e mancanza di uno standard unico di approvvigionamento su scala europea;
  • provenienza di frutta e verdura spesso dall’estero, nonostante una produzione nazionale di alta qualità (spesso è più semplice importare le arance dalla Spagna che dalla Sicilia);
  • mancanza di manodopera specializzata che rende necessaria l’attivazione di percorsi di formazione (ITS), da allargare anche alla classe dirigente;
  • costi di gestione dei mercati spesso proibitivi, che rendono difficoltosa la creazione di valore aggiunto;
  • riduzione complessiva dei quantitativi di merce trattata, anche perché ormai la GDO si è organizzata direttamente con produttori e grossisti;
  • scarso controllo dell’aspetto logistico e dei trasporti. Se i mercati vogliono diventare anche piattaforme logistiche, occorre investire anche sul livello di accessibilità sia stradale che ferroviaria;
  • eterogeneità di modelli, di assetti diversi: c'è chi è proprietario degli immobili, quindi dell'infrastruttura, e chi invece della società di gestione. Fino ad oggi diversi mercati sono stati un semplice business immobiliare: per fare un salto di qualità, occorre prevedere l’attivazione di una serie di servizi.

 

Si tratta di criticità che riguardano diversi aspetti che vanno dalla normativa alla gestione degli approvvigionamenti, dalla tipologia infrastrutturale alla vicinanza ai mercati di destinazione, al livello formativo dei lavoratori.

Il 22 giugno 2023 il tavolo camerale per il settore dei mercati agroalimentari si riunirà nuovamente presso la Camera di commercio di Bolzano per riprendere il confronto avviato oltre un anno fa, alla luce di numerose novità che hanno interessato il settore in questi ultimi mesi. Dagli investimenti dei mercati che hanno registrato una forte crescita, raggiungendo i 52 milioni di euro nel 2022 (con un tasso medio annuo del +6,8% dal 2015, a fronte di un calo degli investimenti del settore) alle ingenti risorse del PNRR, all’interno della missione “Rivoluzione verde”, con un valore di 5,27 miliardi di euro di fondi dedicati, con un chiaro impegno per la sostenibilità e l’innovazione della filiera agroalimentare.