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05 01
Claudio Scalise, SGMarketing

  1. Andamento del mercato in Italia,

Lo scenario della distribuzione al dettaglio dell’ortofrutta è in continua evoluzione negativa.

Gli acquisti di ortofrutta delle famiglie italiane nel 2022 sono ammontati a 5.474 mila tonnellate per un valore di 11,892 miliardi di euro.

Nel 2022 abbiamo registrato una contrazione delle vendite rispetto all’anno precedente in volume dell’8,6%, mentre a valore si registra un aumento dello 0,7%, che in parte compensa l’aumento dell’inflazione registrato lo scorso anno. Questo dato di difficoltà è ancora più significativo se confrontiamo il 2022 con il 2018 in cui la riduzione negativa a volume del 12,8%

In sostanza la presenza dell’inflazione, i maggiori costi delle bollette, legate alla guerra ed al conseguente aumento dei prezzi delle materie prime, ha accentuato un fenomeno di riduzione degli acquisti di ortofrutta già in corso da diversi anni.

A questo dato generale bisogna aggiungere il cambiamento strutturale dell’approccio al consumo e all’acquisto degli italiani. In particolare, ciò che emerge in modo chiaro è la ricerca della convenienza come fattore preponderante nell’acquisto del food. Questa ricerca non va letta come pura ricerca del low price; al contrario essa attraversa tutte le fasce dell’offerta: dai prodotti basici ai premium, da quelli biologici a quelli ad alto contenuto di servizio.

In questo contesto si registra una riduzione di peso del canale di vendita storico dei mercati all’ingrosso: il dettaglio tradizionale. Il Normal Trade (specializzati + ambulanti) rappresenta nel 2022 solo il 25% della quota di distribuzione al dettaglio dell’ortofrutta in Italia.

Al contrario, in questi anni si è fortemente sviluppata la Distribuzione Moderna che oggi rappresenta oltre il 75% delle vendite al dettaglio in ortofrutta in Italia. La polarizzazione degli acquisti ha favorito in particolare il format dei supermercati e quello dei discount. Mentre gli ipermercati e le superette hanno anch’esse registrato perdite di quota.

II supermercato è divenuto il punto vendita preferito per la fascia di offerta medio alta (44% di share); mentre il discount (19%) si consolida come il luogo eletto per gli acquisti di convenienza. (fonte Cso su dati GFK 2023)

  1. Lo scenario per i MOF

Dunque, una prima conseguenza di quanto detto è che si registra un ulteriore riduzione della clientela tipica dei mercati all’ingrosso: il dettaglio specializzato.

A questa tradizionale tipologia di clientela va comunque affiancata la distribuzione moderna regionale che in buona parte acquista ancora una parte delle proprie merci dai mercati.

Il canale di sbocco che diviene sempre più importante per i mercati all’ingrosso, invece è quello dell’Horeca, che nell’insieme vale circa il 25/30% dell’acquisto di ortofrutta fresca. I consumi alimentari fuori casa in Italia, hanno rapidamente recuperato le posizioni dopo la pandemia. Secondo dati Fipe essi rappresentano circa il 36% del totale consumi di prodotti alimentari in Italia: (96 miliardi di €). Secondo una indagine Fipe sugli operatori ci si aspetta un ulteriore crescita del 4/5% nel 2023.

La crescita nell’offerta di prodotti a base vegetale in questo canale, è stata impetuosa negli ultimi anni perché ha seguito i mutamenti negli stili alimentari degli italiani: dalle insalate alle verdure grigliate/ a vapore, fino ai prodotti plant- based sostitutivi della carne. Le verdure fonte di vitamine si assommano ai prodotti fonti di proteine vegetali : legumi , semi , frutta secca etc

La pre-ricettazione industriale dei piatti o la loro realizzazione in loco , si basa sulla disponibilità di ingredienti vegetali freschissimi di alta qualità. Richiede dunque la disponibilità di catena del freddo lungo tutta la supply chain del prodotto.

  1. Le modifiche del consumo ed i nuovi prodotti

Tutto ciò sta facendo crescere la domanda di servizio sui differenti canali distributivi.

I clienti più evoluti (specializzati, GDO e Horeca) richiedono sempre più servizi aggiuntivi: dalla consegna a domicilio, al confezionamento del prodotto in pack più idonei al consumatore finale, alla gestione di ordini on line per singolo negozio con predisposizione di carichi dedicati a ciascun punto vendita (D.O.).

In tal senso in questi anni si sono sviluppate esperienze importanti tra gli operatori dei mercati ortofrutticoli, anche se manca un presidio del sistema mercati nel suo complesso.

Infine, come accennato nel paragrafo precedente, in questi anni si è assistito ad un mutamento sostanziale nell’offerta dei prodotti ortofrutticoli.

Oramai nei supermercati si parla di reparto di vegetali freschi pronti refrigerati. Un concetto che comprende un insieme composito di referenze: dalla ortofrutta di 1° gamma evoluta (ortaggi per lo più mondati e puliti, non lavati) alla IV Gamma di insalate classiche, alla V gamma dei grigliati o cotti al vapore, alle zuppe e piatti pronti veri e propri (pasta e cereali), insalate arricchite, contorni, fino ai prodotti plant-based che costituiscono piatti pronti da cuocere sostitutivi della carne.

La ortofrutta tal quale vede sempre più ridursi i propri spazi di vendita nella moderna distribuzione. In particolare, la verdura a foglie viene progressivamente sostituita dalla IV Gamma, mentre gli ortaggi sono sempre più presentati puliti mondati e confezionati.

Naturalmente questo assortimento viene declinato anche per i principali segmenti di consumo: biologico, residuo zero, locali / dop / igp, etc

Il sistema mercato non è riuscito in questi anni ad intercettare questa crescita proprio per i ritardi legati al concetto tradizionale di vendita dei prodotti tal quali.

Negli ultimi anni si stanno realizzando e sperimentando in diversi mercati progetti di innovazione che propongono per il mercato una nuova e più attuale funzione : quella di piattaforma logistica e di servizio tra la produzione ed i canali di sbocco sopra indicati. Questi progetti puntano a proporre il mercato come un hub in grado di inserirsi e fare proprie le esigenze delle comunità su cui insite e a cui si rivolge. Ad esempio in termini di riduzione dell’inquinamento , dell’uso più razionale delle risorse energetiche, ecc,

  1. Prospettive future

In questo scenario alcune azioni sarebbero necessarie, a mio avviso, per consolidare e sviluppare in una prospettiva futura più sostenibile ed integrata con la filiera ortofrutticola, la funzione dei mercati come centri nevralgici della distribuzione di ortofrutta di qualità nei territori italiani.

Le risorse ad essi destinate dal PNRR dovrebbero essere utilizzati sulle seguenti direttrici:

  • Sviluppare sistemi integrati di gestione digitalizzata della supply chain in grado di ottimizzare la relazione tra produttore a monte / mercato e utilizzatore / cliente a valle.

  • Dotarsi di piattaforme di lavorazione e confezionamento, aree coibentate per la gestione dei prodotti freschi a temperatura controllata ed ottimale per il mantenimento della qualità fino al punto vendita/ di somministrazione

  • Organizzare, attraverso un parco mezzi elettrico, la consegna dell’ultimo miglio, per evitare il problema dell’accesso ai centri storici delle città;

  • Diventare una vetrina anche per i prodotti più innovativi e le specialità territoriali per rendere un servizio alla produzione e valorizzarli presso i canali di riferimento

  • Costituire dei veri e propri laboratori in cui raccontare le filiere produttive, educare alla conoscenza ed al consumo dei prodotti ortofrutticoli le nuove generazioni, vero tallone d’Achille per il comparto.

In una battuta il mercato deve diventare una piattaforma multicanale di fornitura per l’ortofrutta freschissima di alta qualità.

In questo modo, a mio avviso, il sistema mercati potrà rilanciarsi e divenire un elemento virtuoso ed attrattivo nella catena di distribuzione del fresco.