frutta verdura ingr-carni slid-pesci fiori

06 01
Massimo Marciani, Presidente FIT Consulting

L'obiettivo principale della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP) e dell'accordo di Parigi, che coinvolge 197 Paesi, è ridurre le emissioni globali in modo da contenere l'aumento della temperatura media al di sotto di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Se questo obiettivo non viene rapidamente raggiunto non solo il nostro Paese, che è già particolarmente fragile di suo, ma tutto il pianeta dovrà subire le conseguenze negative legate al cambiamento climatico, conseguenze che influenzano direttamente e indirettamente la salute degli esseri umani ed addirittura potrebbero mettere a rischio l’esistenza stessa delle forme di vita che oggi conosciamo sulla terra.

In questo contesto estremamente sfidante si incardina il PNRR, che ha dedicato due specifiche misure per contrastare le emissioni derivanti dalla filiera agroalimentare: lo strumento dei Contratti per la logistica agroalimentare e la Misura M2C1, Investimento 2.1 "Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo".

Il primo intervento ha l'obiettivo di potenziare i sistemi di logistica e stoccaggio del settore agroalimentare privato, anche al fine di rafforzare la competitività delle filiere, ridurre i costi ambientali ed economici e sostenere l'innovazione dei processi di produttivi; dall’esame della graduatoria finale dei progetti ammessi a finanziamento emergono eccellenze legate in particolare non solo alla riduzione degli impatti ambientali e alla transizione ecologica, ma anche alla digitalizzazione delle attività, in particolare della logistica.

La seconda misura ha come obiettivo la realizzazione o l'ammodernamento di infrastrutture dei mercati agroalimentari all'ingrosso mercatali volte a migliorare, a livello locale, il clima per imprese e consumatori e ad ammodernare e sviluppare la base industriale; in questo caso la graduatoria evidenzia una forte attenzione dei mercati all’aspetto ambientale ma non allo stesso modo verso la digitalizzazione dei processi.

Ma i due temi, digitalizzazione e decarbonizzazione non possono che andare di pari passo in ogni strategia industriale, agroalimentare compreso, come testimoniato dal comparto logistico. Si tratta settori al momento labour intensive ma che si stanno trasformando sempre più progressivamente ma inesorabilmente in un settore technology intensive. Infatti, la digitalizzazione della logistica non solo è un prerequisito fondamentale per l’ottimizzazione dei trasporti e delle catene di logistiche, agroalimentare in testa, ma è anche e soprattutto elemento centrale per l’eco-bilanciamento dell’industria, del commercio e dell’ecosistema costituito dai rispettivi fornitori di servizi.

La pervasività dell’applicazione delle nuove tecnologie digitali appare ormai ineludibile anche nel settore agroalimentare e disporre di una logistica efficace ed efficiente rappresenta un indubbio fattore competitivo e per il Paese e per i diversi mercati all’ingrosso, rappresentando una soluzione estremamente efficace nel semplificare e velocizzare i processi gestionali, le procedure amministrative e di controllo, nell’aggiungere nuovi livelli di interazione tra il sistema dell’offerta e l’utenza e quindi nel garantire servizi migliori e più affidabili per il cliente finale. D’altro canto la limitata adozione delle tecnologie digitali in Italia (sulla base dell’ultimo rapporto DESI 2020 della Commissione Europea, risulta in 25° posizione con un punteggio di ben 9 punti inferiori alla media UE (43,6 vs 52,6) e con un deficit particolarmente evidente nelle voci relative alla “digitalizzazione delle imprese” e nella dimensione delle competenze digitali del capitale umano) nello specifico comparto merci e logistica, ove le nuove tecnologie digitali sono state implementate (in termini di sistemi per la gestione del traffico, di digitalizzazione dei processi amministrativi e delle funzioni di supporto logistiche) riscontra una forte frammentarietà delle iniziative e la difficoltà nel creare soluzioni interoperabili che garantiscano il dialogo funzionale dei sistemi implementati dai diversi attori del comparto.

Ciò premesso, le criticità ed i fabbisogni a cui la visione di un mercato digitale e decarbonizzato intende rispondere in modo organico ed integrato rispetto al territorio che lo ospita, riguardano da un lato il superamento delle criticità dei concessionari e dall’altro il soddisfacimento sostenibile di fabbisogni specifici del comparto a livello locale e nazionale.