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di Marco Sibani
Segretario Generale ANDMI
 

Fino a qualche (molti) decenni orsono i mercati ortofrutticoli all’ingrosso erano stabilmente collegati con la rete ferroviaria e almeno un binario entrava direttamente nell’area di carico-scarico.
Poi le cose sono cambiate e il trasporto su gomma è diventato il principale vettore su terra. Anche a causa di una lunga “disattenzione” da parte delle nostre FS.
Ma alcuni fatti nuovi sembrano riportare una nuova attenzione sul mezzo ferroviario come trasporto dell’ortofrutta o, più in generale, delle merci.
Innanzitutto la notizia dell’apertura, entro l’anno, del traforo del Gottardo, il tunnel più lungo del mondo (57 chilometri) che consentirà di spostare sul mezzo ferroviario il trasporto delle merci fra l’Italia del nord e il sud della Germania, attraverso la Svizzera.


Forse, a causa di questo nuovo asse, Trenitalia ha deciso di investire 500 milioni per riavviare il trasporto merci cominciando con l’utilizzazione delle linee dell’alta velocità per il trasporto delle merci nelle ore notturne. Si attuerebbe quell’”alta capacità” che fin dall’inizio doveva caratterizzare le nuove linee ferroviarie superveloci.
In sostanza si tratta di organizzare i mega trailers, lunghi treni merci (ben 750 metri) capaci di trasportare semirimorchi le cui  dimensioni sono compatibili con le sagome delle gallerie delle linee dell’alta velocità. Per le altre linee tradizionali le FS hanno un programma di  adeguamento alle nuove dimensioni.

In questo contesto grande importanza riveste l’impegno dei trasportatori privati. A questo proposito significativo il recente accordo fra Rfi e Interporto Servizi Cargo di Nola per l’utilizzazione delle linee dell’AV per il trasporto delle merci a partire dal 2018 per entrare a regime nel 2020. Si attuerebbe in tal modo un vero sistema intermodale italiano capace di collegare porti e interporti con la rete ferroviaria italiana ed europea.

Anche i mercati all’ingrosso italiani non possono non approfittare di questa nuova realtà logistica. Specie i grandi mercati ubicati in adiacenza agli Interporti.
E’ il caso di Torino, terminale dell’AV con Lione, che vorrebbe inserirsi come punto nevralgico per il collegamento a sud con il porto di Vado.