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Pietro Cernigliaro
Presidente ANDMI

Cari Lettori, riprendiamo, con qualche ritardo, la pubblicazione della nostra newsletter che torna in una veste aggiornata dopo un periodo di contestuale rielaborazione anche del nostro sito internet che, in stretta sinergia con la nostra pubblicazione trimestrale, vuole raccogliere dati e avvenimenti del mondo del comparto agroalimentare utili a tutti gli operatori del settore. Si tratta in sostanza di offrire un servizio più attento, preciso e puntuale che possa diventare uno strumento di consultazione importante anche per le nostre Istituzioni e gli Enti Gestori.

Per fare questo abbiamo pensato di avviare anche una raccolta di pubblicità che possa consentirci di sviluppare la sostenibilità economica.

Attendiamo segnalazioni,  proposte, articoli che arricchiscano la nostra pubblicazione ed attendiamo anche un aiuto attraverso una campagna di adesioni per la raccolta di detta pubblicità.

Ne consegue che il successo e il prestigio della nostra “voce” cresce e può crescere con la partecipazione e il coinvolgimento di tutti.

In questi mesi abbiamo assistito a eventi importanti per la vita del nostro Paese; l’approvazione in via definitiva della modifica costituzionale che attende il verdetto di ottobre con il referendum confermativo, modifica che ha caratterizzato lo scontro politico in atto fra il si e il no ed altri provvedimenti tra i quali le norme relative alle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche che interessa il futuro dei mercati all’ingrosso che,  sotto il nome del Ministro proponente (Decreto Madia) prevede una razionalizzazione soprattutto nel pubblico impiego.

Infatti, quello che ci tocca più da vicino è la questione delle società partecipate;  l’indirizzo è quello di offrire la possibilità per i soci pubblici di uscire dalla compagine societaria quando l’attività svolta dalla stessa non rientri tra i fini istituzionali dell’ente pubblico.

Ci si avvia in buona sostanza ad una privatizzazione dei Mercati all’Ingrosso e dei Centri Agroalimentari nazionali che corrono il rischio di avere una ulteriore “mazzata” in un contesto in cui la GdO può ulteriormente potenziare il proprio ruolo di “occupazione” del nostro mercato agroalimentare nazionale.

E tutto ciò in contrapposizione alla suaccennata modifica costituzionale che, se approvata, consentirebbe al Governo centrale di riappropriarsi di alcune funzioni, oggi delegate alle Regioni, tra cui, finalmente, quella di potere mettere a punto una politica di indirizzo nazionale nel comparto agroalimentare con la conseguenza di restituire competitività alle nostre imprese.

Senza dimenticare che i Mercati all’Ingrosso e i Centri Agroalimentari svolgono una indiscussa “Funzione Pubblica”, ritengo che una norma di applicazione graduale che introduca elementi di flessibilità nella presenza del pubblico (che non è tutto il male) nella partecipate, possa essere auspicata e sostenuta malgrado il silenzio di chi, come noi, dovrebbe fare sentire la propria voce.

Per quanto ci riguarda faremo di tutto, anche attraverso iniziative appropriate, per rappresentare questa posizione alle Istituzioni invitandole a meditare sugli effetti collaterali negativi di un Decreto attuativo rigido.

E vorremmo farlo non da soli, ma con tutti i rappresentanti della filiera proponendo un momento  di approfondimento e confronto comune che possa, con una unica voce, richiamare l’attenzione sugli effetti collaterali negativi di norme  eccessivamente rigorose, che pure hanno dei lati positivi.