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a cura di STEFANO ZOCCA
Direttore Mercato all'Ingrosso di Vignola

L’agricoltura italiana è caratterizzata da una grandissima eterogeneità di prodotti, di ambienti, di tradizioni culturali.
In questa fase di globalizzazione dei commerci e di standardizzazione dei consumi vi è il rischio che queste nostre identità vengano dimenticate.
Grazie all’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) è stato creato il progetto Res Tipica con lo scopo di salvaguardare e promuovere l’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico del nostro Paese e dei Comuni piccoli e medi che lo compongono.


La stessa UE sta portando avanti una linea politica che vede nella qualificazione e valorizzazione dei prodotti tipici la salvaguardia del territorio e della biodiversità, con l’obbiettivo più generale di fermare il fenomeno dell’abbandono della campagne.
L’ANDMI (Associazione Nazionale dei Direttori dei Mercati all’Ingrosso Italiani) ha avviato da tempo un percorso che vede nei Mercati agroalimentari all’ingrosso di 3° generazione un potente strumento per la valorizzazione e la promozione dei prodotti tipici. Questo anche tramite il potenziamento degli spazi dedicati alla commercializzazione diretta dei produttori all’interno dei Mercati o favorendo la creazione di veri e propri “Mercati Contadini” (i Farmer’s Markets anglosassoni) rivolti direttamente al cittadino/consumatore.
L’avvio di accordi di filiera tra Imprenditori Agricoli, Grossisti ed Enti Gestori, all’interno dei Mercati, potrebbe diventare un approccio progettuale utile sia per favorire l’integrazione e accrescere così la possibilità di una seria programmazione dell’offerta, sia per accedere ai finanziamenti previsti dal nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014-20: quest’ultimo pone infatti fra i propri obiettivi strategici proprio quello di favorire l’organizzazione e l’aggregazione di filiera.
Un esempio possono essere i Mercati dei Produttori per la vendita diretta, ma anche le OP per la valorizzazione e la commercializzazione delle produzioni tipiche.
La costituzione di una “rete” di mercati (che potrà gradualmente estendersi), caratterizzati dalla presenza di produzioni di elevata qualità legate al territorio, per contribuire con sempre maggior forza alla valorizzazione dei prodotti tipici, può rappresentare la fase propedeutica alle azioni sopra descritte. Lo strumento informatico permette infatti di accedere ad una platea molto più ampia di potenziali clienti (commercianti, grossisti di altri mercati, piccola e grande ristorazione, buyer esteri, GDO, ecc), e, se integrata con un offerta di supporto e di servizio logistico, può consentire l’assemblaggio di un assortimento vastissimo di prodotti sia ortofrutticoli che agroalimentari, difficilmente accessibile con le tradizionali modalità. A queste forme innovative, si potrà associarne, soprattutto all’inizio, una più tradizionale, fatta però non solo di scambi di informazioni e contatti fra operatori, ma anche di scambi di prodotti a scopo di promozione e conoscenza. 
Questo workshop potrebbe dare vita ad un tavolo per identificare un percorso che possa portare all’avvio, all’interno dei Mercati, di accordi di filiera tra tutti i soggetti coinvolti, con l’obbiettivo di sviluppare progetti che vedano come protagonisti gli Imprenditori Agricoli: tali progetti, in accordo con tutti gli operatori, possono essere modulati a seconda delle condizioni e delle possibilità di ogni singolo Mercato.
Crediamo che la principale funzione dei Direttori, sia quella di identificare (e indicare) strategie che possano portare ad un maggiore ed armonico sviluppo delle attività commerciali all’interno dei Mercati. L’alleanza strategica che noi proponiamo, deve compiersi fra i Mercati all’ingrosso (rappresentati dagli operatori, e gli enti gestori), e il mondo della produzione, rappresentati dalle Associazioni e da altre tipologie di aggregazione quali ad esempio Slow Food. Senza nulla togliere alle prime, crediamo che quest’ultima ha il merito di aver portato in primo piano la centralità di chi materialmente produce e l’importanza di mantenere vitali, tramite un opera di promozione (anche commerciale), aree del mondo ricche di produzioni tipiche e quindi di biodiversità. 
Da questa alleanza non dipende solo il futuro dei nostri mercati, ma anche il futuro della nostra agricoltura di qualità: la sola possibilità di rispondere all’arrivo sempre più “invadente” di produzioni provenienti da zone a basso costo di manodopera, risiede proprio nella capacità che avremo di valorizzare le produzioni di eccellenza del territorio.