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La cosa sorprendente era che la commissione di esperti nominata dal ministro applicava il principio del “mercato senza banchina” anche se tale principio non compariva in nessuna delle numerose normative e circolari emanate dal ministero.Fra i Direttori di mercato la discussione durava da tempo.

La “scuola di Bologna” – che costituiva da sempre un preciso punto di riferimento - sosteneva il mercato tutto in pari, senza banchine (come poi è stato realizzato il nuovo mercato di CAAB), altri obiettavano che all’estero i nuovi mercati erano banchinati. Fu il buon senso di un operatore di Torino a semplificare il dilemma: per scaricare un Tir refrigerato ci vogliono 20 minuti: se c’è la banchina è sufficiente un solo carrello elevatore (quindi un solo uomo), se non c’è la banchina è necessario un carrello elevatore a terra e un transpallet nell’autofrigo (quindi due uomini). Da qui l’intuizione del direttore Ferrari che la realizzazione del mercato senza banchina favoriva i facchini (politicamente orientati a sinistra) e non i grossisti (verso destra).

E furono proprio gli operatori grossisti di Torino a chiedere alla commissione di esperti l’autorizzazione a realizzare il mercato con la banchina, assumendosene la relativa responsabilità per gli eventuali maggiori costi. La commissione di esperti autorizzò la variante (sembra che uno degli esperti – quello di maggior peso - non fosse presente) e rapidamente tutti gli altri mercati adeguarono i loro progetti a questa nuova linea. Purtroppo CAAB Bologna, essendo all’avanguardia, aveva la fase di realizzazione ormai troppo avanzata per adottare questa variante di progetto e così questo mercato venne realizzato in pari. Ma a volte le storie finiscono bene. Con la realizzazione di FICO il mercato di Bologna si restringerà nell’area delle tettoie di carico che si fece in tempo a renderle banchinate.