di Valentino Di Pisa
Presidente Fedagromercati Nazionale
I centri agroalimentari all’ingrosso rappresentano un soggetto di particolare rilevanza nel settore agroalimentare ed un affida
bile attore nel comparto dei servizi e delle infrastrutture. Con il cosiddetto Piano Mercati della legge n.41 del 28 febbraio 1986, con il quale vengono effettuati interventi governativi mirati alla modernizzazione ed alla trasformazione di queste piattaforme, avviene un cambiamento epocale nella struttura e nella funzione dei Mercati, che affrontano una rivoluzione culturale e strutturale, diventando non solo più centri di snodi commerciali, ma punti strategici di erogazione di servizi e di promozione commerciale e valorizzazione della produzione italiana.
Ad oggi non è cambiata la funzione di coordinamento svolta dai Centri agroalimentari all’interno della filiera, come anche il ruolo di servizio pubblico che le strutture svolgono nei confronti della comunità grazie alla presenza capillare sul territorio e alla loro funzione di piattaforma multifunzionale al servizio dei vari attori della catena agroalimentare e dei singoli cittadini. I Mercati, alla cui base è sempre presente il lavoro dalle imprese dei grossisti, continuano a mantenere il loro ruolo di luogo pubblico al servizio della società, svolgendo una funzione necessaria ed insostituibile da parte degli altri attori del settore.
Mentre la funzione pubblica dei Mercati rimane invariata, non si può dire lo stesso per il contesto economico e sociale in cui i Centri si trovano, sia per la dimensione nazionale che globale. In un mondo sempre più complesso e veloce, i Centri Agroalimentari e gli altri Mercati all’ingrosso hanno assistito ad una forte crisi economica globale e, come nel 1986 quando il Piano Mercati rispondeva ad una necessità di trasformazione del mondo dei mercati, oggi più che mai necessitano di un processo che risponda ai cambiamenti avvenuti nella nostra società e nel settore agroalimentare italiano. I dati stessi raccolti dalla Federazione mostrano come dal 2007 ad oggi, in linea con la diminuzione dei consumi, anche l’andamento della quasi totalità dei Mercati del nostro paese è in calo ed è nostro dovere di imprenditori adoperarci per porre rimedio ad una situazione che si prospetta non migliorare.
Per far fronte a tale contesto ed effettuare un cambiamento nella categoria che dia giusto valore all’intero comparto, la proposta di Fedagromercati è di passare dall’orario notturno di lavoro all’orario diurno.
Motivato dai principi che muovono la nostra Federazione e da uno studio accurato di ricerca nel territorio nazionale, il passaggio all’orario mattutino, oltre a rappresentare un argomento di forte interesse e di dialogo per la nostra categoria, rappresenta un opportunità fondata per raggiungere un miglioramento
all’interno del settore. E’ importante sottolineare come un tale cambiamento debba essere affrontato dai Mercati nella loro interezza grazie alla collaborazione fra gli imprenditori e l’ente gestore perché solamente agendo come un attore unico e coeso si prospetta la possibilità di effettuare una vera e propria trasformazione della categoria che miri alla valorizzazione delle nostre aziende e delle strutture che rappresentano.
A nostro parere, il passaggio all’orario diurno è un’esigenza che deve essere affrontata dalla totalità dei Mercati italiani attraverso un rinnovamento della struttura organizzativa e logistica dei Mercati e dei centri urbani, ma soprattutto della mentalità degli operatori stessi che devono trovare l’antidoto al virus dell’abitudine.
Il cambio di orario, non può essere visto, semplicemente, come uno spostamento in avanti delle lancette, quanto piuttosto come una scelta strategica. Una tale rivoluzione potrebbe spingere gli imprenditori a dover affrontare alcune incognite iniziali, ma nel lungo periodo, siamo convinti, che i ritorni positivi saranno nettamente maggiori. I vantaggi che hanno spinto la Federazione verso la direzione dell’orario diurno sono numerosi. In primis l’incidenza dei costi del notturno per le imprese: lavorare di notte significa avere costi aggiuntivi consistenti che rappresentano un grave peso sulle spalle degli imprenditori e di conseguenza del sistema Mercato. Passare al diurno significherebbe eliminare questi costi, che oscillano dal 20% al 35% a seconda dell’ampiezza della fascia notturna.
Un altro vantaggio dell’orario diurno è la possibilità di dotare i mercati di servizi aggiuntivi per i clienti che aumentino il valore delle nostre aziende, permettendo agli operatori di arricchire le loro imprese attraverso attività che prescindono dal semplice ruolo di grossista, come ad esempio il cash and carry o l’attività di catering per la ristorazione, nonché di avere più tempo a disposizione per gli affari e per programmare il proprio lavoro, individuando una strategia commerciale a lungo termine in un’ottica di management professionale.
Ancora, la fascia di lavoro diurna inoltre permetterebbe di avere a disposizione una scelta più ampia e professionale nella ricerca di nuove risorse umane: infatti non tutti, anzi molto pochi, sono disposti a lavorare di notte con ritmi serrati e stancanti. Per non parlare del problema del ricambio generazionale che affligge questa professione: sono pochi i giovani che ad oggi sono disposti ad affrontare un tale percorso di vita a causa dell’oggettiva complessità di un lavoro difficile e colmo di sacrifici, che spinge i lavoratori a stravolgere completamente la loro vita.
L’acquisizione dell’orario diurno permetterebbe inoltre di dialogare in modo più costante e continuo con la media e grande distribuzione, creando nuove opportunità di business per gli imprenditori all’ingrosso. Nuovi clienti inizierebbero a dialogare con i mercati, riconoscendo i macchinari, le attrezzature e le attività che si svolgono all’interno dei mercati e che dotano i prodotti di un valore aggiunto inestimabile.
Le criticità evidenziate riducono l’attrattività delle nostre imprese, diminuendo, pertanto, la valorizzazione di una professione che merita di essere considerata allo stesso modo delle altre professioni del settore terziario. Una tale scelta avvantaggerebbe infine anche i consumatori finali, coloro che muovono il settore ortofrutticolo e indirizzano le attività degli imprenditori grossisti verso determinate tendenze. Il lavoro diurno degli ortomercati permetterebbe di portare prodotti ortofrutticoli con maggiore qualità, più controllati e, con ogni probabilità, con un prezzo inferiore a quello che oggi si presenta, grazie all’eliminazione dei costi legati all’orario notturno ed agli altri vantaggi che la fascia diurna apporterebbe alle imprese della filiera.
Gli orari notturni dei mercati sono ormai una prassi consolidata, ma ciò non significa che dobbiamo evitare il confronto su una tematica che apre la possibilità di intraprendere una nuova direzione verso un netto miglioramento dello scenario dei mercati italiani. Siamo consapevoli della difficoltà del processo di cambiamento a cui si andrebbe incontro, ma siamo altrettanto consapevoli che se vogliamo cambiare il contesto in cui la nostra categoria si trova, dobbiamo cambiare la nostra visione del mondo ed i nostri comportamenti. Solamente insieme, ragionando insieme e condividendo questo progetto, possiamo rendere i Mercati e le imprese degli imprenditori grossisti più che mai centro di valorizzazione del prodotto italiano, aumentando l’efficienza dell’intera filiera.
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