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Marco Sibani
, Segretario generale ANDMI

Alla domanda: quanti mercati agroalimentari all’ingrosso esistono in Italia, in questo momento nessuno saprebbe rispondere.

L’ANDMI alcuni anni addietro fece un’indagine e scoprì che erano in funzione ben 114 mercati ortofrutticoli, diverse decine di mercati ittici oltre ai mercati floricoli e delle carni.

Un numero rilevante specie se confrontato con i 22 mercati della Francia e della Spagna o i 16 della Germania.

E qui sorge un'altra domanda: perché da noi esistono così tante strutture mercatali.

Questo “strano mondo”, non ben conosciuto, sorregge un esteso ed importante settore economico del nostro Paese che spazia dall’attività agricola dei singoli territori ai consumatori (italiani ed esteri), attraverso altri mercati all’ingrosso, la rete al dettaglio – soprattutto di tipo tradizionale – e l’HORECA.

Da qui la sorpresa che un settore così importante per la nostra economia sia poco conosciuto e, soprattutto, quasi sempre ignorato dalle pubbliche istituzione nonostante il fatto che i mercati all’ingrosso rientrano fra i servizi pubblici degli enti locali.

L’insieme di queste e di altre considerazioni hanno indotto l’ANDMI (Associazione dei Direttori dei Mercati all’Ingrosso) a sollecitare gli enti gestori di queste strutture per realizzare una “cabina di regia” volta a stimolare l’innovazione e lo sviluppo di queste strutture, specie in questo momento particolarmente interessante del dopo covid-19.

Da qui la nascita dell’Osservatorio dei Mercati Agro Alimentari, costituito lo scorso 10 settembre 2020.

Nascita avvenuta dopo un lungo percorso preparatorio che parte del Convegno di Bolzano del novembre 2018, passa per il workshop di Parma del marzo 2019, per poi giungere al seminario di Bologna dell’ottobre 2019.

L’ Osservatorio ha una duplice funzione.

Innanzitutto una funzione “conoscitiva”. L’Osservatorio intende istituire un “registro dei mercati agroalimentari all’ingrosso” ove vengono riportate, per singola Regione, le strutture funzionanti in Italia con le loro identificazioni e caratteristiche, i servizi e, soprattutto, le imprese che vi operano all’interno.

Sulla base di queste prime informazioni, da mantenere costantemente aggiornate, verranno svolte indagini specifiche per conoscere l’attività produttiva dei mercati, a livello individuale e nel loro complesso, al fine di conoscere il peso che questo canale mantiene nell’ambito della distribuzione.

La seconda funzione consiste nello stimolare programmi di ammodernamento e rilancio, sia a livello individuale che di comparto, attraverso progetti innovativi.

La prima funzione viene svolta grazie ad una piattaforma web che l’ANDMI mette a disposizione dell’Osservatorio, che consente appunto la raccolta di tutti i dati e le informazioni utili per costruire il “registro dei mercati”.

La seconda si avvale di un Comitato scientifico che provvederà ad analizzare i dati e le informazioni raccolte, a promuovere indagini specifiche di approfondimento  e a individuare nuove strategie e nuovi processi innovativi.

Le risultanze di queste elaborazioni ed indagini verranno esaminate e discusse nell’ambito di appositi incontri (forum) aperti a tutte le componenti pubbliche e private interessate. Questo confronto, allargato anche alle esperienze internazionali, consentirà di individuare periodicamente idonee linee direttrici per l’innovazione e lo sviluppo del settore. Il tutto troverà adeguata pubblicizzazione attraverso internet e i media.

Per concludere. I mercati in Italia, diversamente dagli altri Paesi, sono molti perché sono tanti e diversi i nostri territori: la nostra biodiversità è unica al mondo. Se a ciò si unisce la eterogeneità delle culture ed anche la singolarità degli italiani, si comprende ancora meglio il perché. Ma questa situazione potrebbe costituire un importante patrimonio nazionale, in quanto potente strumento di sostegno del nostro “made in Italy”.