frutta verdura ingr-carni slid-pesci fiori

06 image001
Marco Sibani, Segretario Generale ANDMI

Premessa

In occasione del Convegno internazionale di BZ del novembre 2004 sul tema “I mercati di 3° generazione fra globalizzazione e valorizzazione del territorio” venne esposto per la prima volta in Italia il concetto di “mercato di 3° generazione” avanzato dal ricercatore francese Raùl Green al 23° Congresso del WUWM (World Union of Wholesales Markets) di Lisbona del 2003 ispirandosi alla realtà evolutiva dei mercati di Parigi Rungis, St.Charles e Mercabarna.

Evoluzione storica dei mercati

I mercati di prima generazione
I mercati sono sorti spontaneamente, nella notte dei tempi, nel centro della città, nella piazza principale, per l’approvvigionamento soprattutto alimentare della popolazione urbana. Ancora oggi le nostre città conservano i loro nomi (piazza del mercato, piazza delle erbe, ecc.). Si svolgeva la funzione dell’ingrosso durante la notte e la prima mattina e, successivamente, la vendita al dettaglio ai consumatori.

I mercati di seconda generazione
All’inizio del secolo scorso si effettua la separazione fra la funzione dell’ingrosso e quella del dettaglio, anche a seguito dell’evoluzione dei trasporti con la realizzazione delle ferrovie. L’ingrosso si posizione alla periferia del centro urbano spesso in corrispondenza dello scalo ferroviario, mentre nel centro urbano permangono i mercati al dettaglio.

06 image002

I mercati di terza generazione (presentati al Convegno di Bolzano del 2004)
Nella seconda metà dello scorso secolo anche in Europa si diffonde la GD che offre al consumatore, in grandi strutture spesso fuori dal centro urbano, l’intera gamma di prodotti, alimentari e non, sotto un unico tetto, diversamente da quanto esiste nel centro urbano dove sorgono una pluralità di negozi specializzati.

Il mercati all’ingrosso coglie la grande rivoluzione, soprattutto logistica o comunque connessa con la logistica: l’arricchimento in servizi dei prodotti. In altri termini non à più la stessa cassetta di frutta che dal campo va al mercato all’ingrosso poi al mercato al dettaglio per essere svuotata gradualmente a favore del consumatore acquirente. Il grossista riceve le cassette dai produttori e queste vengono spesso rilavorate, stoccate, riconfezionate e soprattutto raggruppate in carichi misti (picking) a seconda delle necessità dell’acquirente: dettagliante, GD (per gli acquisti integrativi di gamma), horeca, ecc.

 

I mercati di quarta generazione: MAA 4.0

In questi ultimi anni il mondo ha conosciuto, in rapida successione, diverse “rivoluzioni”: innanzitutto quella digitale che ha cambiato non solo le tecnologie ma anche la “cultura”, il modo di pensare delle persone; inoltre l’importanza del rispetto ambientale, del risparmio energetico, della gestione dei rifiuti; infine la combinazione fra digitale e logistica come avviene nell’e-commerce. Il tutto garantendo il controllo di filiera a tutela sia del consumatore sia del produttore.

Anche il mondo dei mercati deve tener conto di queste “rivoluzioni”, se vuole sopravvivere.

Già in diversi mercati vengono sempre più richiesti spazi per lo stoccaggio di prodotti in transito. Il mercato di Parma già all’inizio del 2000 si era evoluto in CAL per diventare la base logistica dell’”ultimo miglio” per il traporto ecologico delle merci nel centro della città: applicando in ciò il primo concreto sperimenti di ecocity in Italia, purtroppo forse troppo prematuro per i tempi.

 06 image003
Mercabarna

In sintesi può dirsi che ci sono le condizioni per proporre la quarta generazione: i mercati agroalimentari 4.0, mercati all’ingrosso che si evolvono verso la piattaforma logistica per la ridistribuzione nei centri urbani dei prodotti soprattutto freschi e tipici del territorio. Ma non solo: il tutto deve funzionare nel rispetto dell’ambiente, tramite un sistema armonico di trasporti ecologici e la rigorosa gestione dei rifiuti con ampia possibilità di risparmio energetico (grazie alle biomasse e ai pannelli solari posti sopra le stese coperture). E nel rispetto del controllo di filiera, anche a tutela dell’origine del prodotto, e – aspetto molto importante - facendo leva sulla professionalità e l’imprenditorialità degli operatori del mercato.

Ciò implica un deciso salto culturale da parte sia degli operatori che degli enti gestori del mercato all’ingrosso, anche attraverso nuove e più efficienti forme di gestione.

Ma questo salto culturale può significare anche l’utilizzazione del moderno MAA 4.0 come struttura che, adeguatamente attrezzata con laboratori ed aule didattiche, può evolversi verso la “scuola” ossia luogo di preparazione ed aggiornamento professionale di tutte le categorie della filiera al fine ultimo di contribuire alla valorizzazione della biodiversità e della eterogeneità dei nostri territori di produzione.

 

Alcune considerazioni integrative

I 200 mercati all’ingrosso presenti sul territorio nazionale e ubicati quasi sempre in prossimità del centro urbano, possono, in tutto o in parte, evolversi verso queste piattaforme logistiche ed ecologiche importantissime per il rispetto dell’ambiente e per la tutela della salute e del potere d’acquisto del consumatore oltre che per la valorizzazione della produzione locale e, quindi, per la tutela dei produttori e dei territori di produzione.

Gli italiani residenti all’estero e quanti hanno visitato l’Italia come turisti e che hanno gustato l’amplissima gamma dei nostri cibi, una volta rientrati in patria ricercano i prodotti italiani.

Aspetto questo molto importante che ben si integra con la produzione ortofrutticola italiana molto eccedente rispetto ai consumi interni e che deve trovare uno sbocco con l’esportazione la quale può essere fortemente supportata dai numerosi turisti che una volta rientrati in patria possono ricercare i sapori gustati i Italia.

06 image004
Rungis

La forma stellare
I numerosi mercati sparsi sul territorio nazionale e che hanno potenzialmente la loro validità, potranno meglio affrontare il futuro se tenderanno ad aggregarsi fra loro e soprattutto attorno ai grandi mercati che possono accentrare maggiormente le produzioni di varie provenienze, integrarle fra loro in modo da creare una gamma vastissima di prodotti e assortimenti, per poi rilanciare attraverso i vari canali distributivi: gdo, tradizionale, mercati rionali, horeca, ecc.
Ed i mercati italiani, se operano in modo armonico e fanno “sistema”, possono validamente competere con  la grande distribuzione.

L’elemento determinante è comunque la capacità imprenditoriale unita al fattore “umano”.
E l’equilibrata applicazione dei decreti Madia può essere uno stimolo per avviare questo processo di “privatizzazione intelligente”.