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Giuseppe Palma
Consigliere Giunta Andmi  - Segretario Generale “Assoittica Italia”

Il periodo natalizio, ormai trascorso da poco, rappresentata, per la filiera ittica, un momento di stress operativo senza eguali. Grazie al costante incremento dei consumi di prodotti ittici scaturiti dalla maggiore consapevolezza di un consumatore sempre più attento alla propria alimentazione gli operatori del comparto ittico vedono nel periodo natalizio l’intensificarsi delle proprie attività al fine di poter soddisfare, al meglio, le richieste del consumatore. 

Anche i mercati ittici all’ingrosso vedono in questo periodo un notevole intensificarsi delle contrattazioni e quindi delle movimentazioni, organizzando in molti casi, eventi, manifestazioni ed attività rivolte al consumatore finale.

In questo scenario di vivace attività di filiera, come tutti gli anni, informazioni errate disorientano e spaventano l’opinione pubblica.

Qualche settimana prima del periodo natalizio alcuni organi di stampa facevano circolare notizie in merito ad una probabile emergenza legata alla presenza di un “pericoloso batterio nelle vongole capaci di compromettere la sicurezza del cenone di Natale”.

La notizia, diventata virale, sui social-media ha scatenato il panico tra i consumatori, preoccupazioni e pesanti ripercussioni tra gli operatori del comparto ittico.

Le notizie hanno determinato l’immediato crollo delle vendite ed un allarmismo diffuso in merito ad una produzione che costituisce per un area geografica nazionale la più importante fonte di reddito nonché un eccellenza del comparto agroalimentare italiano.
Analizzando l’accaduto si rilevava che il RASFF ovvero il Sistema di Allerta Rapido della Commissione europea aveva rilevato, su segnalazione delle autorità sanitarie italiane, un livello elevato di “Escherichia coli” in una sola partita di vongole veraci, prodotte in Italia e distribuite in Italia ed in Germania. Detto sistema, come ornai accade da oltre dieci anni, ha determinato l’attivazione del “sistema di allerta” che consente l’immediato blocco della merce, su tutto il territorio dell’Unione, per tutti gli adempimenti del caso, tesi ad assicurare il massimo standard di “Sicurezza alimentare” dei prodotti consumati. 

Nonostante il sistema di controllo comunitario e nazionale abbia agito nel migliore dei modi la notizia ha avuto un impatto mediatico pesantissimo. 

A tal proposito, con apposito comunicato, il  dicastero competente ha precisato “Il Ministero della Salute dichiara priva di fondamento l'informazione riportata da alcuni forum di discussione in rete (social), ove - facendo riferimento all'allerta 2016.1725, in relazione al consumo di vongole veraci, si afferma che il “sistema di allerta rapido europeo per la sicurezza alimentare ha invitato a prestare la massima attenzione a non consumare questo tipo di vongole senza prima sottoporle al servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL competente”. 

In proposito si precisa che l’allerta 2016.1725, citata dai social, si riferisce ad una specifica non conformità (superamento dei limiti di E. Coli) rilevata in una singola area marina di produzione di molluschi, nel corso dei controlli ufficiali effettuati routinariamente dalle ASL. Il prodotto non conforme, peraltro, è già stato oggetto di ritiro dal mercato, misura a tutela della salute dei consumatori”.

Dall’analisi dell’evento emerge, pertanto, che da una notizia inerente il corretta funzionamento del sistema RASFF, che consente di garantire la “Sicurezza Alimentare” si è passati ad un elevato grado di “Insicurezza Alimentare” dovuto alla poca attenzione riservata all’approfondimento delle notizie ed all’analisi tecnica delle stesse. Detta poca attenzione poi è stata amplificata dallo scarso coinvolgimento del sistema produttivo, che avrebbe potuto dare le opportune delucidazioni sull’accaduto nonché dall’inadeguato coinvolgimento delle autorità sanitarie coinvolte quotidianamente su tutto il territorio nazionale per garantire i principi di “Sicurezza Alimentare”. 

L’accaduto, pertanto, porta all’attenzione l’importanza di una corretta comunicazione tra gli operatori delle filiere agroalimentari al fine di fornire informazioni e notizie corrette, puntuali e chiare sulle eventuali emergenze cosi come sulle opportunità e caratteristiche dei prodotti alimentari.

I mercati ittici all’ingrosso, in quest’ottica, in ragione della propria natura “azienda del settore alimentare comprendente varie unità separate che hanno in comune impianti e sezioni in cui i prodotti alimentari sono venduti agli operatori del settore alimentare” ovvero un insieme di aziende che operano nel medesimo luogo, rappresentano quell’insieme di esperienze e tradizione capaci di fornire informazioni utili agli organi di stampa al fine di informare in modo adeguato un consumatore finale sempre più attento a quel che acquista ed alla provenienza, alle caratteristiche ed effetti legati all’alimento che mangia.

 

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