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a cura di MARCO SIBANI

Punti di debolezza
La situazione è critica anche per i mercati, non solo a causa della crisi economica, ma anche per la frammentazione del settore che non riesce, da tempo, ad esprimere una propria linea di sviluppo. 
Le imprese grossiste vanno riducendosi, mentre la grande distribuzione – che si è organizzata al di fuori dei mercati – acquista un peso crescente. 
E’ sorprendente rilevare che i mercati, pur rientrando fra i servizi pubblici degli enti locali, sono generalmente ignorati dalle pubbliche istituzioni;

d’altra parte non ci sono notizie o informazioni capaci di far conoscere e di dimensionare il peso del comparto: non si conosce neppure il numero dei mercati all’ingrosso.
Tutto ciò potrebbe, in forza della legge di stabilità, aumentare il rischio della chiusura di molte di queste strutture.

Punti di forza
Come è noto, il WUWM (World Union Wholesale Market) non solo associa da tempo anche i mercati rionali ma stimola l’evoluzione dei mercati all’ingrosso verso la piattaforma logistica per l’ultimo miglio. E molte sono le iniziative all’estero per il rilancio dei mercati, all’ingrosso e al dettaglio. Una fra tutte: il mercato di Parigi Rungis che ha in programma di investire 1 miliardo di euro entro il 2025 per l’ammodernamento della struttura e dei relativi servizi.
Anche nel nostro Paese qualcosa si muove; anzi è proprio nei momenti più critici che sbocciano idee e iniziative, ma ovviamente a livello di singola situazione.

Bologna FICOA Bologna il CAAB sta generando “FICO (Fabbrica Italiana Contadina) Eataly Word” che diventerà un grande parco dedicato alle eccellenze dell’agroalimentare italiano. 
A Roma il CAR sta studiando l’avvio sperimentale di un più stretto collegamento con alcuni mercati rionali. 
A Firenze il Mercato centrale, ristrutturato per iniziativa di un privato, è diventato la prima meta turistica, con gli Uffizi, di Firenze.
A Parma il Centro Agroalimentare è diventato CAL (Centro Agroalimentare e Logistica): primo esempio in Italia di piattaforma logistica per l’ultimo miglio in modo da rendere il traffico cittadino più rispettoso dell’ambiente. 
Questo per citare solo alcuni esempi.
Pare anche opportuno richiamare, a questo proposito, l’art. 11 del DL 51/2015 relativo alla modernizzazioni delle strutture logistiche, che prevede interventi anche per i mercati all’ingrosso.

Le cose che si possono (debbono) fare
Quindi c’è spazio per rilanciare il ruolo dei mercati.
Innanzitutto è fondamentale comprendere che il sistema “mercati all’ingrosso – mercati al dettaglio” rappresenta lo strumento essenziale, da un lato per valorizzare le produzioni tipiche e quindi anche i relativi territori e, dall’altro lato, per interfacciarsi con la ristorazione di qualità ed i consumatori (italiani e stranieri) più attenti alla cultura del cibo oltre che al proprio benessere. E questo rappresenta sicuramente il punto di forza dei nostri mercati: il “core business”.
L’Expo 2015 ha dimostrato l’importanza della coesistenza del “globale” con il “locale”. E il nostro Paese, grazie alla sua eterogeneità territoriale, culturale, storica e produttiva, deve poter sviluppare al massimo questa sua enorme potenzialità.
Ma non solo: questo sistema “mercati all’ingrosso – mercati al dettaglio” permette di attuare una logistica urbana rispettosa dell’ambiente, che vede nel mercato all’ingrosso la “piattaforma per l’ultimo miglio”. E questo aspetto costituisce un ulteriore rafforzamento della funzione pubblica dei mercati.

Sulla base di questi punti di forza è possibile stendere un programma di sviluppo per il comparto dei mercati, all’ingrosso e al dettaglio. 
Programma che, per avere successo, dovrà essere condiviso in modo da costituire una felice occasione per il superamento delle conflittualità e addivenire ad una maggiore coesione fra tutte le componenti interessate.