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Pietro Cernigliaro,
Presidente 
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Marco Sibani,
Segretario Generale 
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Alfred Frei,
Coordinatore Comitato di Redazione 

 

Dopo l’intensa attività svolta negli anni 2022-2023, culminata nei convegni di Chioggia e di Bolzano e con la pubblicazione del volume “I Mercati Agroalimentari MAA 4.0”, ci siamo presi una breve pausa di riflessione.

Non ci è però sfuggita la dichiarazione del Ministro del MASAF On. Lollobrigida sull’eccessivo numero di Mercatiall’ingrosso in Italia: “Averne 124 è scandaloso”(Corriere Ortofrutticolo del 18.10.2023).

Con questa NEWS riprendiamo in pieno l’iniziativa e per primo desideriamo tranquillizzare il Ministro cercando di portare argomenti che giustificano il numero elevato di Mercati ubicati e distribuiti in tutto il territorio del nostro Paese. A tale fine abbiamo evidenziato in un incontro al Ministero l’importante evoluzione prospettata e diffusa dall’Associazione Osservatorio MAA 4.0 dei mercati in collaborazione con il Comitato scientifico, che legittima pienamente la nostra partecipazione al prossimo processo decisionale sul futuro della produzione e distribuzione alimentare in Italia, come rivendicato anche dalla protesta agricola espressa a livello nazionale ed europea. In questo contesto abbiamo inoltre segnalato che la legge di riforma della pubblica amministrazione del 2015 (legge Madia) ha già stimolato una riforma dell’assetto gestionale ed anche economico del nostro comparto.

PROPOSTA DI RINNOVAMENTO E RILANCIO DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE

Il nostro Paese può godere di una capillarità del presidio agroalimentare diffusa sul proprio territorio, capillarità che se finora poteva essere considerata come un limite allo sviluppo dei volumi commercializzati, adesso può essere invece valorizzata come fattore di promozione del Made in Italy e di eccellenza logistica nella distribuzione alimentare.

Si tratta quindi di indicare delle priorità: se consideriamo la rete “primaria” come quella costituita dai 15 mercati che servono le rispettive Aree Metropolitane e ad essa aggiungiamo la rete “di adduzione” dei mercati territoriali che servono le restanti 100 provincie italiane, allora possiamo produrre un valido modello conosciuto come “hub & spoke” la cui strategicità è testimoniata dai numerosi esempi di buone pratiche presenti nella letteratura specifica del settore.

La sfida è quella di coinvolgere la rete dei mercati territoriali che favoriscono la valorizzazione delle produzioni tipiche locali soprattutto fresche e congiungerli con i mercati di consumo in Italia ed all’estero. Allo stesso tempo la rete primaria troverebbe nelle funzioni di logistica ultimo miglio, distributiva, di prossimità e di raccolta e presentazione delle eccellenze del nostro Paese quei vantaggi legati ad una mutualità di relazione. Digitalizzare e decarbonizzare quindi utilizzando le ampie risorse messe a disposizione del mercato dal PNRR.

L’eliminazioni dei “piccoli” mercati locali sull’altare di una presunta industrializzazione ed efficientamento del sistema, può produrre il disastro di una rete primaria senza una rete distributiva concentrando le produzioni e la presenza sui mercati nazionali ed internazionali ai soli “grandi” operatori economici in grado di monopolizzare con le proprie forze esclusive la promozione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti mettendo così di fatto fuori gioco le nostre eccellenze sul territorio.

Necessità di una riformulazione della mission della nostra associazione

L’insieme di queste considerazioni ci ha indotto ad effettuare un ripensamento sostanziale e formale del ruolo della nostra associazione. Non più semplice “Osservatorio” ma organismo rappresentativo di quella numerosa schiera di mercati, soprattutto piccoli e medi, la cui presenza sull’intero territorio nazionale consente la valorizzazione dei prodotti tipici locali e che, interfacciandosi con la rete distributiva tradizionale, la gastronomia e l’agriturismo, consente la tutela e lo sviluppo dell’economia dei singoli territori: aspetto questo importantissimo specie in questa fase storica che evidenzia i pericoli di una mondializzazione dei commerci a scapito delle piccole entità economico-sociali. Come peraltro dimostrato anche dalle manifestazioni di protesta del settore agricolo in essere in Italia e in altri Paesi europei in questi giorni. Da qui un rapido percorso per coinvolgere tutti voi nei prossimi giorni nella ripuntualizzazione del ruolo e delle funzioni della nostra associazione in piena collaborazione con il MASAF.

La funzione dei Mercati territoriali

Nel nostro volume “I mercati agroalimentari MAA 4.0” vengono presentati ed illustrati dettagliatamente alcuni esempi di mercati Italiani: 35 mercati all’ingrosso di cui 10 ascrivibili ai Mercati agroalimentari polivalenti, 4 mercati ortofrutticoli alla produzione e 6 mercati ittici all’ingrosso, oltre ad una panoramica dei mercati dei fiori e delle piante ornamentali.

I Mercati svolgono funzioni importanti per due aspetti fondamentali:

- Tutela della salute e del potere d’acquisto dei consumatori, in quanto nel mercato i prodotti sono controllati sotto il profilo qualitativo ed igienico-sanitario ed i prezzi si formano in condizioni di reale libera concorrenza;

- Valorizzazione e promozione della produzione tipica locale soprattutto fresca con conseguenti ricadute positive sul territorio di origine dei prodotti.

E’ soprattutto questo secondo aspetto che sta’ acquistando sempre più rilevanza: il mercato come cabina di regia svolto dall’ente pubblico per la promozione dell’economia del territorio, in stretta collaborazione con altre valide iniziative come il Distretto del cibo.

Distretti del cibo

Un esempio concreto è rappresentato dal piccolo mercato ortofrutticolo alla produzione del Roero di Canale (CN) che ha promosso la costituzione del relativo Distretto del cibo in stretta collaborazione con tutti gli organismi interessati, esempio che sta per essere trasferito ad altri mercati di limitate dimensioni. In conclusione il numero rilevante di mercati funzionati nei diversi territori del nostro Paese non deve “fare scandalo”: occorre prendere atto che nel nostro Paese il complesso dei mercati esistenti e funzionanti rappresenta un patrimonio di strutture, di conoscenze e di esperienze utilissimo per lo sviluppo del comparto agroalimentare, e non solo, nelle diverse realtà economico ambientali. Patrimonio che va salvaguardato, tutelato e promosso nel suo complesso perché tutti i mercati possono svolgere importanti funzioni di pubblico generale interesse nei diversi territori italiani, sia i mercati di grandi dimensioni sia quelli territoriali di minore dimensione.