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a cura di PIETRO CERNIGLIARO

Nella “Dichiarazione di Limassol” dell’8 ottobre 2012 i Ministri europei per gli affari marittimi avevano proposto” un’agenda dinamica per i mari e gli oceani che promuova il potenziale di crescita, competitività e occupazione verso una economia blu sostenibile”.
Sostanzialmente la strategia si fondava su alcuni pilastri: una economia “blu” rafforzata, un ambiente marino più sano, uno spazio marittimo più sicuro e una attività di pesca responsabile e sostenibile.



Il Parlamento europeo e del Consiglio torna sull’argomento con una propria Direttiva (2014/89/UE del 23 luglio 2014) che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo.
Alcuni passaggi della Direttiva sembrano assumere una particolare importanza proprio al fine di favorire lo sviluppo sostenibile dei mari e delle economie marittime e costiere, sviluppando un processo decisionale coordinato per raggiungere un buono stato ecologico delle acque marine.

Partendo dalla considerazione che l’aumentata pressione co llettiva delle attività (costruzione e gestione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, trasporti marittimi e attività della pesca e turistiche etc.) unita a una sempre maggiore richiesta di spazio marittimo, la Direttiva intende obbligare gli Stati membri ad elaborare e ad attuare la pianificazione dello spazio marittimo con il fine di attuare sviluppo e crescita sostenibile, tenendo nella giusta considerazione gli aspetti economici sociali e ambientali.

Particolare importanza viene data alla necessità di una buona organizzazione nell’utilizzo e nella condivisione dei dati necessari per i piani di gestione.
Il termine ultimo per il recepimento della Direttiva da parte degli Stati membri è fissato al 18 settembre 2016.
Fonte “Servizio Studi Senato”.

Qui sotto la foto di Limassol (Cipro)