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Perché Bologna è, nel bene e nel male, 
la “scuola” per l’innovazione dei mercati
a cura di Marco Sibani

La “scuola” di Bologna è stata per molti anni un preciso punto di riferimento per l’innovazione dei mercati all’ingrosso, sia in Italia che all’estero.
La nascita di questa “scuola” si deve alle iniziative politiche intraprese dall’amministrazione comunale nei primi anni sessanta.
Fu il sindaco della liberazione Giuseppe Dozza, alla fine del suo lungo mandato, a decidere di abbandonare la politica del pareggio di bilancio per intraprendere la nuova stagione keynesiana “deficit spending” per avviare una politica di grandi progetti che avrebbero fatto, della città di Bologna, la “vetrina” dei servizi pubblici e della buona amministrazione.

 


E furono Guido Fanti (sindaco dal 1966 al 1970, poi primo Presidente della Regione Emilia Romagna) e soprattutto Renato Zangheri (sindaco dal 1970 al 1983) ad avviarne la graduale realizzazione (tangenziale, aeroporto, centro ingrosso, fiera, centro alimentare, interporto).
Nel 1974 viene inaugurato il nuovo macello mercato bestiame, vero impianto industriale fra i primi in Italia ad essere dotato di una linea di macellazione “a catena di smontaggio”. Questa struttura si evolverà verso un centro polivalente - che comprenderà anche la lavorazione delle carni e il centro di stoccaggio per le carni congelate - e verrà unificata, sotto il profilo gestionale, con il mercato ortofrutticolo per costituire un unico organismo denominato ASAM: Azienda Servizi Annonari Municipali. Sempre nel 1974 si svolge in sede universitaria il primo convegno internazionale sui Centri alimentari; in quella occasione viene presentato il primo progetto del futuro Centro alimentare di Bologna, progetto che però sarà rifatto altre due volte prima della definitiva realizzazione. 

Nel 1975 l’ASAM sarà parte attiva nella stesura della prima legge regionale in materia di mercati all’ingrosso. Nel 1976, quando nelle elezioni amministrative si registrerà il famoso “sorpasso” delle sinistre attraverso la conquista di molte grandi città, Bologna diventerà il punto di riferimento per il rinnovo delle politiche annonarie locali: furono gli abbattitori del macello di Bologna ad avviare il grande centro carni di Roma; il comune di Venezia allacciò saldi legami con quello di Bologna; e l’ASAM parteciperà attivamente nel 1977 alla giornata di studio del PCI sul tema “Le strutture e la distribuzione del commercio all’ingrosso nel settore alimentare”. Nel 1983 si svolgerà a Bologna il XIII Congresso dell’Unione Mondiale dei Mercati all’Ingrosso.
Questa intensa attività dell’ASAM - e la ripetuta, nel tempo, progettazione del Centro alimentare - farà sorgere a Bologna una “scuola” per l’innovazione dei mercati sia in Italia, attraverso il Piano mercati, sia all’estero per la realizzazione di importanti strutture nel Paesi dell’est.
E’ utile evidenziare il “perché” di questo importante avvenimento: ci fu una scelta politica che aveva come obiettivo la realizzazione di un modello di amministrazione comunale efficiente ed efficace, obiettivo che si poteva conseguire solo attraverso una seria progettualità lanciata verso il futuro, e che si avvaleva di un team di valide persone (politici e tecnici) che non solo condividevano appieno questo progetto ma erano consapevoli di far parte di una grande storia.