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Massimo Marciani, FreightLeadersCouncil

Abstract

Stili di vita ed evoluzione dei servizi, negli ultimi decenni, hanno modificato le abitudini anche sul fronte della mobilità e, di conseguenza, hanno influenzato la vivibilità delle città, dei centri urbani e delle periferie. Basti pensare al fiorire dei negozi al dettaglio negli anni ’60-’70 con i conseguenti problemi di congestione del traffico urbano, alla successiva nascita dei grandi centri commerciali nelle cinture periurbane che hanno portato il drenaggio delle attività dai centri storici a isole urbanizzate, ma non abitate negli anni ’80-’90. Infine, alla rivoluzione digitale e al conseguente sviluppo del commercio online che, a fronte di un aumento globale dei volumi commerciali, ha compresso il raggio di azione delle attività di vendita al dettaglio.

La pandemia da Covid 19 è stata un esempio per tutti. Conosciamo i numeri da record che hanno interessato il settore, a cominciare dalla crescita esponenziale dell’e-commerce durante il primo lockdown, con il conseguente aumento vertiginoso dell’home delivery, cresciuto del 162,1%. La logistica si è confermata in questo caso un servizio essenziale con una funzione sociale soprattutto per raggiungere anziani malati e soggetti a rischio. Questo repentino cambio di abitudini ha innescato un processo in parte irreversibile, perché l’esperienza resterà come abitudine consolidata nella popolazione, mutando stili di vita e comportamenti, come sta avvenendo con lo smart working.

È il cosiddetto “new normal”. Si tratta di una nuova dimensione dello stare insieme e del vivere insieme, che non si sviluppa più nei luoghi affollati, ma privatamente, il luoghi protetti e nelle nostre abitazioni. Assume quindi grande importanza lo sviluppo di servizi di home delivery a seguito della crescente domanda di ricevere prodotti (e servizi) direttamente a casa. Un servizio che, anche post pandemia, sarà sempre presente nella nostra quotidianità.

E che ruolo possono giocare in questo contesto i Mercati Agro Alimentari? Cosa rappresenta adesso il Mercato? Come possiamo valorizzare le sue funzioni?

I Mercati sono al momento prevalentemente delle strutture immobiliari, diciamo autoreferenziali, all’interno delle quali operano i Concessionari ed i Grossisti e nelle quali si svolgono attività lavorative ad alta intensità e che necessitano, per loro natura, di essere continuamente monitorate e seguite per evitare episodi, riprovevoli, di illegalità e di caporalato. I clienti dei Grossisti che sono tipicamente negozi, ristoranti o luoghi di trasformazione delle materie prime in prodotti secondari e l’attività del mercato si svolge generalmente nel mattino presto quando gli acquirenti (dettaglianti e Horeca) si recano al mercato e provvedono al ritiro e al trasporto di quanto acquistato utilizzando propri mezzi di trasporto. Questa modalità definita di autoapprovvigionamento sta mostrando tutti i limiti di una soluzione che se da un lato può soddisfare le esigenze di un singolo operatore nel complesso non risulta compatibile con lo sviluppo sostenibile delle nostre città e, su queste basi, questo modello del conto proprio verrà sempre più messo in discussione dai pianificatori pubblici.

Ripensare al ruolo dei Mercati vuol dire dunque mettere sul tavolo e sviluppare un progetto di ripensamento complessivo del modello adottato finora, inserendo la logistica come elemento qualificante della propria offerta.

Fino ad oggi, tranne qualche sporadico esempio virtuoso, primo fra tutti il Centro Agroalimentare e Logistico di Parma, non si registra un interesse dei Mercati ad aprirsi verso le esigenze delle città che li ospitano offrendo servizi nuovi, abilitati dalla crescente digitalizzazione dei flussi, dal tracciamento delle merci, sul trasporto in particolare degli alimenti di qualità in modo controllato, qualificante.

In questo scenario si aprono quindi due possibili assi di evoluzione dei Mercati: attivare all’interno dei mercati dei servizi a valore aggiunto per i concessionari non solo nell’ambito strettamente legato alla logistica, allo stoccaggio della merce, alla consegna al cliente ma in genere a tutte quelle attività che possono essere svolte aprendo in sostanza il mercato verso il bacino che lo ospita.

Dall’altro lato il Mercato, per tutta una serie di evoluzioni della mobilità urbana che si stanno realizzando, può anche essere un luogo di attestazione di piattaforme di transit-point che accorciano la filiera sviluppando servizi che interessano non solo le aziende ma anche direttamente i cittadini creando all’interno del mercato delle aree di consolidamento, di trasformazione e di indirizzamento della merce direttamente alla destinazione finale.

Queste ipotesi di evoluzione non solo vanno nella direzione della decarbonizzazione, cioè riduzione degli spostamenti o effettuare spostamenti con veicoli a minor impatto ambientale, ma anche sono prodromiche per la creazione di quelle buone pratiche di economia circolare che sono alla base dello sviluppo della sostenibilità. Queste possibili evoluzioni del Mercato riscuotono grande interesse da parte dei Comuni che sono disponibili a dare premialità a chi utilizza veicoli a minori o nulle emissioni. Se i Mercati sapranno promuovere, attraverso un processo di riforma endogeno, una riqualificazione del proprio ruolo superando l’aspetto di mera intermediazione fra Grossista e cliente ed attivando servizi a valore aggiunto che andranno a saldare il rapporto fra il Mercato stesso e tutti gli attori della catena del valore Agro Alimentare, allora il futuro dei Mercati sarà quello di attore chiave dell’evoluzione e del cambiamento che il nostro Paese sta percorrendo.

Se partiamo dal core business dei Mercati non possiamo che partire dalla missione statutaria che è definita per legge e che si deve attuare. Ma restare ancorati al core business costituisce una dimensione che, nel new normal, rischia di essere asfittica per i Mercati. Se invece esploriamo una dimensione ampliata rappresentata dai servizi a valore aggiunto di trasformazione logistica e, anzi, ci estendiamo a servizi di digitalizzazione, di promozione del marchio, della comunicazione mirata. Il tutto inserito in una dimensione ancora più ampia costituita di fatto dalla dimensione sociale dell’interazione dei Mercati con i rispettivi territori non ultimo quello della qualificazione tecnico-culturale degli operatori, attraverso contatti con gli istituti professionali, con gli istituti di avviamento al lavoro, attivando competenze e qualificando persone che possano fare esperienza all'interno dei Mercati stessi.

Siamo di fronte ad un cambiamento epocale ed i Mercati debbono si guardare indietro per tenere sempre presenti quelle che sono state le sue origini, ma che poi portasse avanti l’istanza del proprio ruolo nel new normal: è cambiata la società, è cambiato il modello di consumo e quindi che ruolo possono o meglio debbono avere i Mercati nei prossimi anni? Dobbiamo promuovere una dinamica evolutiva come detto endogena perché prima i Mercati assolvevano ad un ruolo che era quello che veniva richiesto da quel tipo di società ed economia.

Oggi sempre ormai indifferibile riportare in chiaro il ruolo del Mercato come componente fondamentale del sistema Italia, sistema in cui l'Agro Alimentare è una caratteristica specifica, un pilastro fondamentale della nostra economia in cui il ruolo di valorizzazione del territorio e di valorizzare delle opportunità non può che essere assolto dai Mercati.

Mercati che non debbono fare concorrenza ai mercati al dettaglio e neppure si debbono dotare di un servizio di logistica in concorrenza con gli operatori dei mercati stessi. Piuttosto debbono creare le condizioni per attrarre l'operatore di logistica all'interno del mercato, riservandogli uno spazio, riservandogli dei servizi e iniziando in modo puntuale e sistematico a fare cultura nei confronti dei Concessionari in merito alle opportunità offerte da una sempre maggiore ed auspicabile integrazione dei servizi. Nel rispetto della concorrenza e della competizione fra i diversi operatori ovviamente.

È fondamentale attivare una importante e consapevole azione di valorizzazione delle specificità dei Mercati: caratterizzazione del territorio, dignità del lavoro, qualità delle persone che vi operano, conoscenze e professionalità che sono le cifre caratterizzanti dei Mercati ancora troppo poco apprezzate.

La nostra esperienza storica di Paese in grado di esprimere buone pratiche, anche le migliori che se rimangono isolate, costituiscono un arcipelago di eccellenze dove però manca la terra ferma, perché sono tutte piccole esperienze separate fra di loro che di fatto non raggiungono una “dignità di sistema”.

Il grande ed ancora inesplorato valore aggiunto e specificità dei Mercati sta nella opportunità di sviluppare un modello armonico ed armonizzato a livello nazionale con gli operatori che, pur rispecchiando le specificità dei territori, entrerebbero a far parte di una sorta di franchising della logistica e dei servizi a valore aggiunto in grado, attraverso un approccio unico e coordinato, di dare quell’immagine di sistema che non può che portare sempre maggiore dignità e valore all’intero sistema.

Sintesi

Occorre una nuova idea di mercato. È necessario esaminare l’evoluzione del mercato nel contesto dell’evoluzione della società: prima in una società dei bisogni, poi nella società dei consumi, ed ora cambiamento epocale: economia circolare e digitale.

È importante conoscere l’origine del percorso evolutivo, ma puntare su una valenza pubblica performante. Nel sistema Italia l’agroalimentare è un pilastro fondamentale: perché non fare il Cibus nel Mercato?

Il Mercato è un punto nevralgico, dove si crea del valore aggiunto, si registra la massima professionalità, ma occorre sollecitare una dinamica evolutiva in vista del new normal (la nuova società post pandemia).

Occorre fare sistema, non un arcipelago di esperienze e al sistema offrire il modello MAA 4.0.

Occorre avere una visione a cerchi concentrici delle funzioni dei Mercati:

  • missione statutaria (funzione pubblica),

  • servizi a valore aggiunto,

  • marchi di riconoscimento,

  • contatti con l’economia dei territori,

  • contatti con l’educazione sociale.