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Marco Sibani

Secondo una indagine svolta di recente dall’ANDMI, sono in attività, nel nostro Paese, oltre 200 strutture all’ingrosso di cui: 137 mercati e centri agroalimentari, 58 mercati ittici, 19 mercati floricoli e delle piante ornamentali, 10 mercati delle carni e avicoli.

Giova rammentare che la dizione Centro agroalimentare è nata mezzo secolo fa per opera di un gruppo di studiosi incaricati dall’AMMO (azienda municipalizzata mercato ortofrutticolo di Bologna) che avevano svolto un viaggio di studio negli USA per raccogliere elementi utili alla realizzazione della nuova struttura all’ingrosso. Presero come punto di riferimento il Food center di Filadelfia: da qui la traduzione in Centro alimentare con successiva creazione, da parte del Comune di Bologna, della società Centro alimentare che iniziò a studiare la progettazione della nuova struttura.

caab bologna
CAAB Bologna

In sostanza però si tratta di passare dal vecchio mercato, unicamente dedito alla vendita all’ingrosso in predeterminate fasce orarie, ad un complesso di strutture articolate in tre parti: mercati, aree annesse con magazzini e piattaforme logistiche, centro direzionale. Come i grandi mercati spagnoli o di altri moderni Paesi.
Con l’avvio del Piano nazionale dei mercati, grazie alla legge finanziaria n. 41 del 1986, l’esperienza maturata dalla “scuola di progettazione bolognese” venne assorbita dai vari progettisti e venne pure mutuato, assai spesso il termine Centro alimentare poi modificato in Centro agroalimentare,
Il Piano mercati prevedeva il rinnovamento non solo strutturale, ma anche organizzativo e gestionale delle nuove strutture. Era obbligatoria la società mista a maggioranza pubblica (comune, provincia, regione, camera di commercio) ma con l’obbligatoria partecipazione, seppure in minoranza, dei privati, con particolare riguardo alle imprese grossiste ma non solo.
Il Piano mercato consentì la realizzazione di 14 nuove strutture; CAAT Torino, VeronaMercati, MAP Padova, CAL Parma, CAAB Bologna, CAAR Rimini, Centro Agroalimentare Piceno di San Benedetto del Tronto, La Valle della Pescara, CAR Roma, MOF Fondi, CAAN Napoli, COMALCA  Catanzaro, Cosenza, MAAS Catania). Questa onda di rinnovamento ha poi stimolato altri Comuni a rinnovare, con mezzi propri, le proprie strutture (Genova, Cesena, Fasano, Salerno, Bari, ecc.) o a passare dalla gestione diretta alla forma societaria (Udine, Sarzana, ecc.). Ed in alcuni casi sono sorte anche strutture totalmente private come a Cagliari.

caab roma
CAR Roma

La nuova linea politica della privatizzazione della gestione dei servizi pubblici, anticipata dalla legge 41/86, venne poi allargata anche al di fuori del comparo dei mercati.
Questo importante processo di rinnovamento delle gestioni dei pubblici servizi determinò anche la fine di una importante istituzione che coordinava questo complesso settore: la CISPEL (Confederazione dei Servizi Pubblici degli Enti Locali) al cui interno operavano i mercati all’ingrosso nella FIAMCLAF (Federazione delle Aziende Municipalizzate Farmaceutiche e Annonaria).

In considerazione dell’intenza attività politica ed economica che caratterizzava il comparto dei mercati venne costituita a Bologna, il 18 dicembre 1998, l’Associazione enti gestori e realizzatori dei mercati e dei centri agro ittico alimentari italiani, denominata MERCATI ASSOCIATI. La quale provvide anche alla pubblicazione di una importante Guida dei Mercati, peraltro ideata, alla fine degli anni ’60, dal Direttore del mercato di Parma Silvio Cervi (uno dei fondatori dell’ANDMI) e portata, in precedenza, avanti dallo stesso per alcuni decenni.

Purtroppo negli ultimi anni MERCATI ASSOCIATI è entrata in crisi tanto da dover subire una scissione che ha generato una nuova realtà associativa: ITALMERCATI Rete d’imprese, che raggruppa 10 fra i maggiori mercati all’ingrosso italiani (Torino, Milano, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Cagliari, Catania).

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