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Riccardo Pastore
Direttore Treviso Mercati

Il settore ortofrutticolo ha subito nell’ultimo ventennio significativi cambiamenti organizzativi, in linea con quella che può essere definita una generale evoluzione di tutto il sistema agroalimentare. Abbiamo assistito a forti progressi nelle tecnologie, nell’informazione e nei trasporti,  a profondi cambiamenti negli stili di vita e di conseguenza al cambiamento delle abitudini al consumo. Si è verificata una evoluzione anche nel settore della Grande Distribuzione, con una crescita della competizione globale ed un aumento degli investimenti di aziende straniere, che hanno ridisegnato il contesto economico, organizzativo e distributivo. In questo ambito, abbiamo assistito ad una crescente concentrazione degli acquisti nelle mani di pochi buyer,  con un notevole potere contrattuale rispetto agli operatori a monte del processo e con il sostanziale controllo di quella che viene definita la “global food supply chain”.

Il settore ortofrutticolo, nel suo complesso, ha quindi risentito in maniera importante di tutti questi mutamenti, ma in  particolare, sono  stati i cambiamenti nelle logiche di acquisto del consumatore l’elemento determinante: il consumatore è divenuto molto più attento ai processi di scelta, richiedendo prodotti sempre più salubri, organoletticamente adeguati e facili da preparare, con un bisogno sostanziale di garanzie sulla origine e sulla tracciabilità dei prodotti stessi.

Se da un lato è vero che la politica commerciale di acquisto della GD è tesa verso un approvvigionamento diretto dalla produzione, è anche vero che questa politica deve basarsi su un regime di  programmazione, di garanzia di volumi e di standard qualitativo.  Ma la realtà produttiva, proprio per la naturale sottomissione agli eventi atmosferici stagionali, non sempre può rispondere a queste esigenze, obbligando i principali attori del Mercato a continue integrazioni da altre fonti di approvvigionamento.

Il Mercato Ortofrutticolo può diventare partner della Grande Distribuzione, ma deve discostarsi dal concetto tradizionale di “riferimento per il dettaglio tradizionale” ed effettuare un salto qualitativo cogliendo l’opportunità di un cambiamento strutturale e organizzativo, sposando il processo evolutivo sopra citato per diventare non solo un polo logistico ma anche merceologico ed  entrare in una logica di “supply chain management” o gestione della catena di distribuzione.

cosa possono fare i mercati ortofrutticoli per lo sviluppo dei rapporti con la gdo

Questo rappresenta la vera evoluzione gestionale del Mercato in un contesto distributivo, con una visione moderna  della logistica che prende in considerazione tutti i flussi, sia di prodotto che di informazioni, in un’ottica di processo unitario e qualitativo, in termini di controllo, coordinamento e  garanzia di prodotto.

Oggi il mercato ortofrutticolo è già una realtà in forte cambiamento. E’ una realtà orientata alla internazionalizzazione e alla ricerca di nuovi mercati, grazie alla capacità di concentrazione  delle merci e alla possibilità di proporre le tipicità del proprio territorio, ma è obbligata alla applicazione di tutte le procedure atte a ottimizzare il controllo dei flussi, così come richiesto dalle più recenti normative relative ai parametri di salubrità, freschezza, etichettatura e packaging.

Il mercato è una struttura che deve evolversi in questo senso e lì dove sono presenti produttori, deve stimolare processi di aggregazione che consentano di controbilanciare la concentrazione della Grande Distribuzione e sviluppare quel processo di filiera a favore di un rafforzamento dell’offerta stessa.