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di Marco Sibani

 

Dopo un lungo periodo di crisi della rete distributiva tradizionale stanno sorgendo nuove iniziative volte a rilanciare il comparto con idee nuove e nuovi investimenti, soprattutto da parte di privati. In effetti con la diffusione della DM il comparto dei mercati, all’ingrosso e al dettaglio (e la connessa rete distributiva tradizionale), è stato fortemente  ridimensionato. 

La possibilità di giungere con l’automobile presso il centro commerciale e di utilizzare i comodi carrelli per il trasferimento degli acquisti dal banco di vendita all’auto, sono fattori determinanti per orientare le scelte degli acquisti, specie per i “giovani”. 
C’è chi dice: ”avete mai visto un giovane girare per strada con le sportine della spesa appese alle mani?”.
In attesa che anche i mercati rionali centrali possano utilizzare adeguati parcheggi, occorre inventare nuovi motivi di attrazione.

Un motivo forte è rappresentato dalla diffusa presenza di prodotti  tipici locali, soprattutto freschi.
Ma ciò non appare sufficiente.
Ora si cerca di puntare su altri richiami, magari integrativi, come il completamento della gamma dei prodotti tipici e la gastronomia. Senza escludere eventi periodici attrattivi.
E’ il caso del Mercato Centrale di Firenze, attiguo alla Basilica di San Lorenzo, poi replicato con il Mercato Centrale di Roma presso la Stazione Termini. Si tratta di splendide strutture architettoniche nelle quali, oltre ai tradizionali banchi di vendita al piano terra, sono presenti, al piano superiore, botteghe artigiane specializzate e diversi punti di ristoro volti a valorizzare i prodotti tipici di qualità.

L’intenzione è quella di riportare il mercato a luogo d’incontro come era in passato. E soprattutto costituire un forte richiamo anche per i giovani e per i turisti.
Come scriveva dieci anni orsono il “gastronauta” Davide Paolini sul Il Sole 24 Ore: “Tra i banchi del mercato batte il cuore di un Paese”.
Come avviene, da lungo tempo, in molti Paesi del bacino del Mediterraneo e del resto del mondo.

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