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di Pietro Cernigliaro

L’E-commerce avanza!  Leggo nel Corriere della Sera-Economia, del 17 ottobre 2016,  un  interessante  articolo di  Roberta Scagliarini  su come  “i discount,  le catene specializzate… stanno portando innovazione nei carrelli, più delle supercatene del largo consumo” mentre i grandi della Grande Distribuzione, in Italia, segnano il passo per diversi motivi tra i quali, quella di una burocrazia invasiva che frena lo sviluppo e quella di una pianificazione logistica che intende privilegiare la ristrutturazione dei punti vendita anziché avviare una politica di fusioni e acquisizioni.

All’estero la politica di marketing cambia nel senso che la grande distribuzione ha avviato una strategia basata sulla consegna a domicilio di prodotti freschi entro le 24 ore. Si prevede anche la progettazione di “aperture di piccoli punti vendita in cui i clienti potranno acquistare oppure ritirare la merce ordinata on line”.
“ E’ evidente che oggi la competizione è tra fisico e virtuale” ha detto Mario Gasbarrino, eco di Unes.
Di fronte a questo scenario penso al sistema dei Mercati all’Ingrosso Agroalimentari nazionale che arranca  e non si pone la domanda di come affrontare questo vertiginoso sviluppo del commercio globalizzato, ignorando nuovi canali di commercializzazione.

La filiera soffre, come ripeto da tempo immemorabile, per divisioni e frammentazione della rappresentatività istituzionale (20 regioni) e delle organizzazioni e associazioni del comparto, (che propongono spesso iniziative apprezzabili  ma  assolutamente  isolate)  impedendo  di  conseguenza la realizzazione di una politica agroalimentare nazionale condivisa e organica, che affronti seriamente il problema e  possa prevedere  strategie in linea con lo sviluppo di un mondo che cambia vertiginosamente. 

La speranza e l’ottimismo sono comunque vivi in forza di un convincimento: in Italia abbiamo il vantaggio di sapere unire creatività e impresa.

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