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a cura di VALTER VANNUCCI

Sei padiglioni per 33 mila metri quadrati, 1000 espositori rappresentativi dell'intera filiera ortofrutticola, presenze da cinque Continenti (1 su 5 e' arrivato dall'estero in rappresentanza di 30 Stati), 39 mila i visitatori (numeri mai raggiunti nei 32 anni di storia), oltre 350 buyer mondiali, 53 eventi tra workshop, meeting e visite guidate; road show nei sette Paesi dell'Est europeo in collaborazione con una grande banca europea. 

 

Ma al di là dei numeri in crescita,  la qualità dei visitatori che rende l'idea della svolta di Macfrut: un visitatore su cinque arrivava oltreconfine, a valenza dell'internazionalità della rassegna.

Sempre per rafforzare la dimensione internazionale della manifestazione romagnola, nel prossimo mese di maggio, Macfrut sarà protagonista al Cairo insieme alla Fiera di Madrid, per la prima edizione di Mac Fruit Attraction, volano per mercati emergenti quali il Nord Africa e la zona del Golfo Persico. 

Ma  l'elenco dei settori merceologici che dice più di ogni altra cosa, che Macfrut è la vera fiera di filiera dell'ortofrutta, dove tutti i segmenti sono rappresentati: la produzione agricola (sementi, vivaismo, serre , impiantistica e attrezzature, mezzi tecnici per la coltivazione, agro farmaci, ammendanti e fertilizzanti, macchine per l'irrigazione, la semina, trapianto e raccolta); le macchine per la lavorazione e il confezionamento, lo stoccaggio refrigerato dei prodotti, le attrezzature per la movimentazione; i trasporti , la logistica, gli spedizionieri ; i produttori agricoli, le OP e le coop di produzione, i consorzi; i commercianti, buyer della GDO, societˆ di import-export; le società di ricerca ed i servizi .

Perchè al di là dell'indiscusso successo dell'edizione 2015, le vere domande da fare a Macfrut sono queste : 
- che cosa lo rende originale e in che cosa si distingue da Fruit Logistica di Berlino o da Fruit Attraction di Madrid?
- come sarà possibile progettare il futuro delle manifestazioni 'nostrane' senza tenere conto di questi altri due fondamentali attori dello scenario internazionale?

La fiera di Madrid si  appena conclusa e a giudicare dai commenti pare che le cose siano andate bene come a Macfrut: quattro padiglioni, superficie espositiva in crescita, più di 1000 espositori(di questi il 70% produttori), presenze da trenta Paesi esteri, più di 40.000 visitatori (per una manifestazione che ha solo 7 anni di vita ...) 

Ma dove sta la differenza? 

A Madrid (ma la stessa cosa vale per Berlino) la produzione  fortemente presente e caratterizza l'esposizione fieristica in maniera decisiva . Due padiglioni dedicati esclusivamente alle produzioni agricole di tutto il mondo (quelli pi visitati). Questo elemento rende la manifestazione particolarmente attraente . Anche al Macfrut certo che ci sono i produttori ma in prevalenza sono quelli nazionali (e neanche tutti !)

A Madrid (e anche a Berlino) si va essenzialmente per fare affari, per vendere o per acquistare, c'è quella sana frenesia commerciale che rende l'evento fieristico particolarmente interessante: nel sito delle manifestazione spagnola viene rilevato che almeno il 25% dei partecipanti stringe accordi commerciali in fiera e proprio grazie alle "condizioni" (al contesto positivo ed attraente) create dalla manifestazione . Inoltre poi va osservato che Berlino  talmente grande che puù risultare troppo dispersiva, mentre Madrid  proprio a misura d'uomo con ampi stand colorati e ricche esposizioni di frutta... Anche a Macfrut espositori e visitatori possono stringere accordi, ma forse non così determinante come invece nelle altre due fiere. 


Quindi Macfrut  fiera nel senso pi classico e tradizionale, dove c'è posto davvero per tutti e forse dove l'intera filiera viene ben rappresentata. 

Ora la domanda  questa: Macfrut  certamente fiera di livello internazionale (e specialmente nell'ultima edizione  risultato particolarmente evidente), ma vuole restare fiera tradizionale e di filiera o preferisce seguire le orme degli altri?

I vertici di Macfrut hanno recentemente affermato che sono stati persi 10 anni e ora si deve recuperare il tempo perduto. Ma per andare dove? Mantenere il Macfrut a fare la sua strada oppure inseguire Madrid e Berlino?

- Perchè se Macfrut volesse andare sulla loro stessa direzione , non solo ci sarà molto da lavorare, per cercare di convincere produttori e buyer di tutto il mondo a partecipare, ma si dovrà tenere conto che vi sono già due manifestazioni di questo livello e quindi c'è da chiedersi se c'è ancora lo spazio per una terza fiera? 

- La scelta di una ipotetica data (forse resta solo il mese di maggio ) sarà un importante nodo da sciogliere perchè ad esempio Madrid  calibrata su quel periodo dell'anno dove si fanno programmi per le coltivazioni dell'anno successivo e quindi  particolarmente favorevole (per le trattative commerciali), ma  altrettanto un periodo unico nel corso dell'anno ! 

- A Madrid tutta la filiera produttiva spagnola  schierata al completo : questo significa che anche in casa nostra dovremmo riuscire ad attirare tutte le maggiori realtà produttive della penisola che non figurano ancora tra gli espositori del Macfrut (ricordando magari ai nostri cari produttori nostrani che la Spagna esporta il 60% delle proprie produzioni, mentre in Italia siamo ancora fermi al 20 %, e quindi c'è ancora molto da fare! )

- Per diventare davvero internazionali e cio per poter ospitare la maggiore produzione agricola del mondo e i buyer provenienti da tutti i continenti, occorre risolvere il problema della logistica: avere un aeroporto efficiente e relativamente vicino, nei pressi dei padiglioni fieristici  indispensabile per realizzare il sogno internazionale. 

Entrare in competizione con Madrid e con Berlino  un pò come per Valentino partire in ultima fila nella Moto GP e sperare di vincere il mondiale. Per cui caro Macfrut, devi prendere delle belle decisioni se vuoi entrare in "gara" ; altrimenti resterai sempre la migliore delle fiere nazionali (fintanto che Verona e Milano sono ancora ferme ai blocchi di partenza . . . ).